MetamorBosi

Il progetto si sviluppa partendo dall’idea di interpretare una fiaba: il Pifferaio magico. Dopo una attenta lettura, una analisi del testo originale e lo studio dei personaggi si inventa una nuova ambientazione e si trovano pretesti per rendere più attuali i contenuti tradizionali. Usando la tecnica del brain-storming gli insegnanti raccolgono le idee, le fantasie dei bambini e favoriscono così la nascita di un nuovo testo, la “MetamorBosi”, cioè una metamorfosi morbosa.
In un porto di mare alcuni potenti dalla doppia faccia cercano di accontentare la gente che protesta per la presenza di troppi topi, riconosciuti nelle persone difficili, in ladruncoli e spacciatori,… Si fanno grandi promesse! Ma il vero scopo dei potenti è sfruttare la situazione per ottenere altro denaro facile con appalti truccati, vendita di stupefacenti o armi. Così il Sindaco, padre assente di una ragazzina zoppa, incarica il pifferaio, persona extracomunitaria che vende poteri magici, di liberare la città dai topi, in cambio di una cospicua somma di denaro. La missione riesce, ma il premio al pifferaio non viene dato come era stato pattuito. Allora egli, per vendicarsi, rapisce e nasconde tutti i bambini in un buco nero. La figlia del sindaco, che non tiene il passo degli altri bambini e quindi non riesce ad entrare nel buco nero, con un trucco libera tutti i bambini e da ultima e diversa diventa una eroina. Non accetta però i complimenti di un padre che non le sta mai accanto; i bambini non conoscono il perdono, hanno bisogno di avere vicino chi li ama… Al pubblico la risposta ad un grande quesito.

  • Partecipanti: venti tra bambini e ragazzi
  • Insegnanti responsabili del laboratorio: Loredana Fabbro, Manuela Vignando, Mario Grosso
  • Scenografia: ideata da Cristina Fabbro
  • Musiche: Manuela Vignando
  • Collaborazione dei genitori per la realizzazione di costumi e scenografia
  • Regia: Loredana Fabbro

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