La compagnia ha origini che risalgono al 1977 e nasce a Bertiolo con il nome di Gnove Compagnie. Un gruppo di ragazzi scrive il testo e porta in scena Angeline, uno spettacolo teatrale di attualità dove viene trattato il tema della ragazza madre. Sempre alla ricerca di una propria identità si porta in scena L’Ultin Perdon di Renato Appi, dove il gruppo lavora a stretto contatto con l’autore, proprio per rappresentarne con coerenza il sentimento. Si continua con La Gielosie di Barbezuan di Moliere per sperimentare anche la commedia dell’arte in chiave moderna. Poi il regista per motivi di lavoro si trasferisce e la compagnia si scioglie.
Dopo diversi anni alcuni componenti della vecchia compagnia decidono di ripetere l’esperienza e, nell’ottobre del 1994, nasce la Compagnia Teatrale Clar di Lune, il cui primo spettacolo, messo in scena nella primavera del 1995 e destinato a creare lo spirito di gruppo, è Sacrilegjo in canoniche ovverosia Puar pre Checo di Ivo di Luch, ritoccato e allungato nel testo al fine di dare risalto alle caratteristiche dei tipici personaggi di paese, cercando di fare tesoro della precedente esperienza e sfruttare al meglio le qualità degli attori, che sono orientate verso il teatro comico brillante.
Nel dicembre del 1995, per una serata dedicata agli anziani, si rispolverano vecchie melodie, giochi e aspetti caratteristici della vita di paese che, facendo da cornice alle poesie di Galliano Zoff, fanno nascere Cerclis di Lune, che viene rappresentato nella primavera del 1996 in veste nuova, con più attenzione alla coreografia, inserendo alcune poesie dedicate e scritte dalle donne del luogo, varie villotte friulane ed un vecchio racconto popolare per bambini.
Nell’aprile del 1996, per un progetto delle Scuole Elementari del Comune, si mette in scena una simpatica favola per bambini: Il Fantasma del Castello di Mira Lobe, che tratta i temi dell’amicizia e della paura. Nel luglio del ’96 al centro estivo del Comune e della Parrocchia si allestisce, scrivendo, disegnando e realizzando testo, costumi e scenografie, La Fatorie di Pieri dove viene trattato il tema della diversità.
Nella primavera del 1997 debutta Passions e Confusions un lavoro impegnativo e non facile che vince al Concorso Teatro Amatoriale di Fiumicello del 1999 i premi come Miglior Attrice, Miglior Scenografia e Migliori Costumi. Agli spettacoli teatrali la Compagnia alterna sempre dei laboratori teatrali e degli stages di studio e perfezionamento nell’ambito dell’espressività teatrale; e proprio da una laboratorio con Claudio Moretti del Teatro Incerto nasce, nel 1999, Feminis, liberamente tratto e adattato da Lisistrata di Aristofane. Il teatro, che sviluppa il tema della guerra e il tentativo, riuscito, delle donne di farla cessare, vince il 6° Festival del Teatro Amatoriale di Colugna, aggiudicandosi i premi per Miglior Spettacolo, Miglior Compagnia, Miglior Regia e Miglior Attrice. Nel 2000, per allestire uno spettacolo da proporre alla festa del Vino di Bertiolo, entusiasti dell’esperienza con il Teatro Incerto, si decide di proseguire sulla stessa strada, chiamando Elvio Scruzzi. Da un breve ma intenso laboratorio, viene creato Siums, spettacolo mimico-musicale per grandi e bambini, con musiche originali scritte per l’occasione dall’artista bertiolese Stefano Morelli. Ma non c’è due senza tre, e dopo la creazione nel 2001 dello sketch O di schene o di pet, presentato al concorso teatrale di Majano e vincitore dello stesso, il cerchio si chiude nel 2002 con Fabiano Fantini e Menu: la Guere dai Cogos, commedia brillante ispirata a La Cucina di Wesker e adattata cucendola addosso ai singoli attori. La commedia vince al Concorso Teatrale di Colugna il premio come Miglior Collettivo di Attori.
Nel 2003 alcuni attori della Compagnia partecipano nella rappresentazione per la celebrazione dei 300 anni della Chiesa di San Martino di Bertiolo. Nel 2004 si decide di dar vita ad un nuovo spettacolo e dopo una laboratorio con Giorgio Amodeo, insegnante universitario al Dams e attore della Contrada di Trieste, nasce Gîr di Vite, commedia satirica sugli stili di vita imposti e i sensi di colpa. Dopo vari laboratori di dizione, commedia dell’arte, collaborazioni con le altre Associazioni del paese, nell’agosto 2007, in occasione di “Calici di Stelle”, viene rappresentato, sotto forma di lettura comica, A+B>C, testo scritto in friulano da Carlo Tolazzi. Nell’autunno del 2007 si decide di dar vita ad un nuovo teatro. Gli attori si affidano alla regista Loredana Fabbro, direttore artistico della Compagnia e a Marzo 2008 debutta Oportunitâts, teatro diverso dal solito, che pur non tralasciando l’ironia e la simpatia che ormai caratterizza i teatri di Clâr di Lune, affronta tematiche difficili ma del tutto attuali. Nel giugno 2008 si decide di riportare in scena A+B>C (doi cuintri un), non più in forma di lettura scenica, ma come vero e proprio spettacolo dell’assurdo in chiave moderna, dove la comicità non è grossolana ma un modo di far ridere intelligente. Lo spettacolo si aggiudica, al 2° Concorso di prosa in Lingua Friulana “Agnul di Spere” di Codroipo, i premi per Miglior Spettacolo, Miglio Attore Protagonista, Miglior Scenografia e Miglior Regia.
Nel 2010 Clâr di Lune inventa La Buteghe di Teatri, cena-concorso a tema che si sviluppa in tre edizioni, in cui tra una portata e l’altra si sfidano tre compagnie teatrali. Dopo un po’ di pausa, a maggio 2012 debutta Uno Stinco… di Santo, tratto da Caterina e il Mamaluc di Massimo Somaglino ed Eugenio Allegri; ambientato in un Friuli non ben datato, è la storia che si ripete di conquiste di terre, di amori, di tradimenti e speranza per un Friuli terra d’invasione asburgica, veneziana e turca. Lo spettacolo si aggiudica il 4° Concorso Teatrale “Agnul di Spere” di Codroipo, portando a casa tutti i premi in palio: Miglior Scenografie, Miglior Attore, Miglior Attrice, Miglior Regia, Spettacolo più votato dal Pubblico e Miglior spettacolo in assoluto.
Dopo anni di sperimentazione, nel 2013 si decide di tornare alle origini e alla farsa friulana. Sfruttando tutti i laboratori fatti in quasi vent’anni di carriera, a novembre debutta Sespis, storia di una famiglia come tante, dove i parenti non attendono altro che la scomparsa dello zio ricco per poter ereditare i suoi beni. Ma il contatto con la famiglia natia, nella casa paterna farà riscoprire l’importanza dell’unione e della tradizione, nel segno della modernità e dell’intraprendenza.